Una semplice analogia

Vorrei farvi un'analogia,forse banale ma molto calzante.
Calenzano dice che ama questo gioco per divertimento e che questo è il sentimento che lo muove a parteciparvi.
Mi viene in mente dunque quanto io ami il calcio e quanto io mi diverta durante una qualsiasi forma di match di questo splendido gioco.Certo è però che durante una partita di un torneo se una rete regolare che mi faceva pareggiare o vincere un incontro non mi viene assegnata per un fuorigioco che invece non c'era ,o viceversa mi fischiano un rigore contro per un tocco di mano inesistente e perdo la partita, io mi incazzo,mi avveleno come una bestia ma non me ne vado.
Continuo a giocare perche mi diverto ancora.Sono incazzato e voglio l'arbitro morto ma mi diverto ancora e la convinzione di aver subito un torto mi da ancora piu spinta agonistica.

Non so se uscendo dall'analogia riuscite a cogliere quel che voglio dire.
Calenza mi sei molto molto simpatico ma quando ho letto che anche se ti avessero assegnato la vittoria avresti abbandonato la lega ho pensato che se te ne andassi per me non ci sarebbe problema.mi spiace molto,ma va pure.
Se quello che hai firmato non rientrava nella tua morale o nei tuoi principi non dovevi firmarlo,se altrimenti non hai pensato ad un caso specifico e particolare come questo non è colpa tua ne di nessuno,va solamente ridiscusso il regolamento,e per pura sfiga sei stato tu a farne le spese.

Francesco Megha