martedì 11 dicembre 2007

Riflessioni sulla "Roma godona"

Di seguito, il delirio messaggistico tra me (D) e Rosario (che chiameremo convenzionalmente R) di qualche ora fa:



D: Dimmi la verità: quando ,anni fa, arrivasti su un pullman con sulle gambe i pacchi legati con lo spago, non immaginavi che Roma fosse cosi: comparse, saltimbanchi, cravattari, impresari, veline, bamboccioni...

R: Ricordo che mi meravigliai di quello strano oggetto che chiamate televisione. Quale mago può rinchiudere tante persone in una scatola cosi piccola?

D: Non lo so, ma se mi dai una bustarella ti faccio avere la prima fila al Bagaglino stasera, tra una matrona in pelliccia e un millantatore azzeccagarbugli.

R: Entrare nelle inquadrature panoramiche che partono di solito da Mastella o Gasparri per poi allargarsi verso la platea gaudente...non ha prezzo. Quanto vuoi?

D: Voglio che a tua volta mi raccomandi per una cosa a piacere. Non ho bisogno di nulla di particolare, ma andare dal fornaio e sentirmi dire: "Questo filone lo offriamo noi, e mi saluti tanto il signor xxx", mi dà la forza di affrontare il resto della giornata.

R: Che bello il clima che invochi. Terrore, oppressione, timore reverenziale, corruzione senso di pesantezza e disagio. E' questo il mondo che vogliamo.

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