lunedì 29 giugno 2009
UNA CULONA, UN BATTERISTA E UN ONESTO LAVORATORE, LE STRANE SCELTE DELLA CORDATA CHE NON C’E’
ROMA, 29 GIU – Il silenzio calato in questi giorni sulla cordata fantasma del quartiere Africano e sulla sua sempre più complessa scalata a un noto pub romano sembrava dimostrare la concretezza del gruppo, pronto a lavorare sottotraccia per concludere l’affare. In realtà si è scoperto che nessuno dei tre aveva più soldi al cellulare, e che quindi per cinque giorni non si sono potuti parlare se non accedendo alle poche cabine telefoniche ancora rimaste nella capitale. Le carte dell’inchiesta nel frattempo portano alla luce una serie di intercettazioni nelle quali gli efferati V.A. e D.C. parlano del ruolo di A.C. . Quest’ultimo infatti, figura rimasta nell’ombra fino questo momento,sarebbe ‘il braccio’ della catena di montaggio. Uomo di concretezza e pochi fronzoli, ad A.C. sarebbe stata affidata la futura gestione del locale, con lavoro dietro al bancone, turni massacranti da 20 ore al giorno e caricate di zucchine alle 3 di notte ai mercati generali. Nelle intercettazioni V.A. e D.C. hanno poi già le idee chiare su chi imporre come personale: una culona di Barletta come cameriera e tale L.C., imprenditore musicale e derelitto del quartiere, come attrazione da circo. Dai primi nastri sbobinati emergono due personalità fortemente distorte: l’una con un passato nella destra sociale, ma ormai virata verso posizioni radical chic, l’altra legata a un filone anarco-camorrista lucchese di cui finora gli inquirenti non sospettavano l’esistenza. In tutto questo bailame, ancora nessuna offerta è pervenuta ai venditori. Resta in pole position la cordata Fioranelli, con un rilancio da brividi: 45 euro in tre comode rate, una bolletta già ampiamente compromessa della Ligue 1 francese, mezzo cocomero e la comproprietà di Loria.
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