WINNING FIVE
Mega 7: si conferma stagionatissimo attaccante capace di fare reparto da solo. Di una lentezza disacerbante, riesce comunque a fare i suoi porci comodi in una difesa a maglie larghe. Si indispettisce con i compagni di squadra quando lo chiamano femminiello, ed è in quel momento che mette tutta la grinta che ha. Quando viene innescato a dovere segna un paio di gol di pregevole fattura. Ha una chiusura mentale degna di Dario Hubner.
Milton 7,5: Parte maluccio, e non solo per la maglietta barese di Cassano con la quale si presenta al campo: sue un paio di svirgolate che portano gli Scaglietti all’illusorio vantaggio. Poi prende le misure e diventa uno stantuffo sulla destra: prende il tempo a tutti, mantiene la posizione, si propone e segna. Il suo tocco da biliardo sull’ultimo gol lo rende obiettivo di mercato per il prossimo Bari di serie A. Mi querelerà, ma ha giocato alla “Forrest Gump” Lichtsteiner.
Davide (Pruzze) 6,5 : atteggiamento irridente fin dall’inizio, si fa apprezzare per chiusure (di testa e di piede) da difensore di razza, un paio di sportellate e buoni ‘uno contro uno’. In attacco sbaglia l’impossibile, e ha lunghe pause di gioco. Segna due gol facili, se ne mangia almeno il quintuplo. Notevole un suo no-look a partita finita con l’avversario a 10 metri al solo scopo di far indispettire gli avversari. Ridacchia ed esulta a fine partita come avesse vinto la Coppa Coppe a Birmingham. Balotelli
Paolino 7: riparte dalla doppietta in terra tunisina nel torneo Valtur di El Kebir. Da allora, nessuno ha avuto più il piacere di vederlo prendere a calci un pallone, compresa la semifinale di quello stesso torneo. Al di là delle polemiche, si conferma difensore puro e talentuoso, sempre al posto giusto e capace di sbrogliare le situazione più difficili. Lo sposino fa una partita di sacrificio, alla fine è il migliore dei suoi dopo Milton. Evita di seminare le sue solite freddure, ed è già tanto. Cannavaro
Calenzano 6,5: arriva al campo con il ritardo di un manager in carriera che snobba tutto e tutti e ci mette circa 18 minuti per allacciarsi gli scarpini mentre la sua squadra arranca e prende gol. Brevilineo, sa muovere il pallone e sbaglia pochissimo. E' un punto fermo in difesa, rilancia l’azione, non ha nulla in meno del Gambero Gamberini
SCAGLIETTI TEAM
Guro 5,5: il solito cavallone, ma inizia ad avere una certa età per quelle sgroppate che lo hanno reso celebre. Fa i due soliti gol incredibili a partita cui ci ha da sempre abituato, per il resto vegeta, sbuffa e non torna mai. Notevole il suo stacco aereo col quale si attacca alla recinzione per dire ai bambini rom di ridargli il pallone. Si conferma un Langella, e poco altro.
Conte 5,5: l’uomo bionico (per via di un tutore di nona generazione che lo accompagna fedelmente da anni) questa volta non incide: non si vedono le sue caracche a un metro dalla porta, non un acuto, non un avversario sfigurato a vita dalle sue conclusioni. Sarà stata quell’abbacchio a scottadito e la caponata dell’Osteria mangiata un’ora prima? Evanescente. Nedved tra 5 anni
Vincenzo 4,5: riesce nell’impresa di non finire all’ospedale con i suoi soliti interventi suicidi. Ciò basterebbe a dargli un rotondo 8, se la sua partita non fosse del tutto deficitaria. Sbaglia l’80% degli appoggi più semplici, dietro si dimena come una scimmia (ariana) per prendere gli avversari che gli scappano da tutte le parti. Fa un paio di fallacci, poi a 5 minuti dalla fine si accorge di non aver fatto ancora male a nessuno e salta addosso a Milton e Ventino per prendere un inutile pallone di testa. Palla fuori, ovviamente. Strilla in aramaico per caricarsi, ma nessuno lo segue. Cesar Gomez
Daniele 4: spalma il nulla lungo tutta la partita. Recita la parte dello sgangherato trequartista di fama internazionale che gioca deconcentrato per colpa di una donna fatale e del contratto in scadenza. La realtà è che non ha nessuna delle due cose, e che quindi non ha scusanti. I suoi doppi passi fanno ridere i polli, si aggira per il campo con il polmone d’acciaio, a tre minuti dalla fine si smarca da solo e gli scappa un’amara risata. Solo nel finale thrilling si riscatta, tentando di farsi restituire il pallone dagli zingari con la consueta pacatezza. Locatelli
Marco 4: arriva al campo con un look inverecondo: sciarpina viola arrotolata, occhiali da sole, passo dimesso di chi sta andando al Nuovo Sacher a vedere un film vietnamita. Il solito moscione in mezzo al campo, perde tutti i contrasti semplicemente perché evita accuratamente di farli. Ha grande tecnica ma poca voglia di metterla in mostra, cosi lascia agli altri le figure di merda. Vincenzo, suo compagno nel V-Team e nella vita, tenta di spaccargli la testa ma le sue piastrine sono più veloci e motivate di lui. Un ectoplasma. Helguera
3 commenti:
intanto siete cmq a zero tituliiiiiiii
siete peggio del Vteam.....
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